
La cicoria e il futuro dei tabacchi da pipa in Italia
di Pasquale Amoruso
Manifatture Sigaro Toscano ha cessato la produzione dei tabacchi storici Italia, Forte, Comune e Golf. Dopo aver acquisito Mac Baren, la STG ha annunciato la cessazione di molte linee produttive dello storico marchio. Già Dunhill aveva dismesso la produzione dei tabacchi, Samuel Gawith ha lasciato già da qualche annetto questi mercati. Parliamoci chiaro, la situazione non è rosea: la pressione fiscale sui tabacchi in Italia, tra iva e accise, è al 70%, fra le più alte al mondo, sul mercato italiano resta poco e quello che c’è è caro. Mo che ci fumiamo?
Nelle provincie più orientali della Cina è viva una curiosa (per noi) consuetudine: fumare in pipa le foglie di tè. Sì, fumare il tè in pipa è possibile. Nella regione del Fujian fu sviluppato il Lapsang Souchong, un particolare tipo di tè nero che viene affumicato in buche nel terreno con legno di pino o cedro. Certo, il Lapsang è un’ottima bevanda, ma la leggenda vuole che lo scopo primario per cui fu creato fosse quello di essere fumato in pipa. Magari potreste provare l’Earl Grey, con quel suo gusto di bergamotto, può sembrare un saponato.
In Messico e nel sud degli Stati uniti, le popolazioni di Nativi erano soliti essiccare e consumare, in bevande o fumandoli, i fiori di damiana, che non è il nome di una fioraia ma quello di un’erba. La damiana ha proprietà afrodisiache, bevuta in un decotto viene utilizzata per aumentare la libido, e se fumata provoca una leggera euforia, un po’ come la cannabis ma con meno fame chimica.
Gli antichi romani, invece, ci hanno insegnato l’uso del verbasco per curare le malattie respiratorie. I nostri più diretti antenati erano soliti bruciare i fiori semiessiccati di questa pianta e inalarne i fumi per liberare le vie respiratorie, anche perché, quando brucia, il fiore di verbasco produce pochissimo fumo e molto leggero, facile quindi da inalare senza soffocare. In effetti, le proprietà decongestionanti per l’apparato respiratorio che ha questa pianta sono riconosciute. In più, proprio in virtù di questa sua leggerezza, il verbasco è un’ottima “base” per le miscele, un po’ come il Virginia: magari potreste provare il verbasco come un virginia naturale per una svolta salutista della pipa.
Nella civiltà contadina del diciottesimo secolo, le foglie di lampone e di bergamotto erano considerate il “tabacco dei poveri”. Anche il lampone, come il verbasco, è un’ottima base per le miscele, mentre il bergamotto mantiene le sue forti note aromatiche. Opportunamente essiccate e trinciate, non solo venivano fumate in pipa al posto del tabacco, ma si è poi scoperto il loro potere curativo nella lotta al tabagismo, avendo forti proprietà nel contrastare la dipendenza da nicotina. La scienza medica ha poi dimostrato come queste piante, sia fumate che assumendone gli olii, aiutino a curare le dipendenze e i disordini compulsivi (L. Tridico et al. 2015): chissà, potrebbe aiutarvi a comprare meno pipe, tanto che ve ne fate?
Le popolazioni celtiche della valle del Rodano inalavano i fumi dei fiori essiccati di lavanda e camomilla per favorire uno stato di rilassamento. La lavanda ha proprietà calmanti ed è utile per combattere gli stati di ansia e tutti noi conosciamo le virtù della camomilla. Anche la valeriana si può fumare in pipa e concede benefici simili alle prime due, però di questa pianta sono le radici che vengono essiccate e fumate. Magari la sera, prima di andare a dormire, vi fumate una bella mixture di lavanda, camomilla e valeriana, al posto del Nightcup.
In fine, in ogni cucina è facile reperire poi salvia, menta e rosmarino, tre foglie utilizzate fin dall’antichità sia come insaporitori in cucina che bruciate e inalate nei rituali sacri. I Nativi Americani come gli antichi romani bruciavano salvia durante i rituali di purificazione e, secondo alcuni studi moderni, aiuterebbe a sviluppare le funzioni cognitive. Alle brutte, un bel mazzetto aromatico in pipa, fumato come un bouchon: sebbene non dia effetti psicotropi, la freschezza balsamica della menta, gli olii essenziali del rosmarino e le delicate proprietà miorilassanti della salvia (meglio quella bianca) possono agilmente sostituire l’esperienza di un buon aromatizzato.
Tutte queste piante e molte altre vengono già utilizzate tutt’oggi in varie parti del mondo, Italia inclusa, come alternative al tabacco. Solo per citarne altre, c’è l’artemisia, l’issopo, la melissa, il marrubio, la scutellaria, l’erba di san Giovanni, la lingua di cervo e tante altre.
E noi che ci preoccupiamo perché sempre più aziende di tabacco cessano la produzione o si ritirano dal mercato italiano. Vorrà dire che fumeremo cicoria.*
*Attenzione: articolo non adatto a chi soffre di carenza di ironia. L'esposizione a tale articolo potrebbe causare bruciori di stomaco, senso di nausea, stati di rabbia e sensazioni di spaesamento. Il Pipa Club Italia declina ogni responsabilità. Aut. Min. Ric.